L’antisemitismo nel Medioevo fino all’anno mille
Nei regni romano-barbarici che si formarono dal V secolo, gli ebrei vissero alterne vicende. In alcuni casi, come sotto gli Ostrogoti e i Franchi, si verificò anche un’accettabile convivenza. In seguito, però, l’ascesa della Chiesa come istituzione avrebbe determinato una situazione sempre più negativa.
Nell’Impero Romano d’Oriente la ricerca di coesione politica si servì dell’unità religiosa. Tutte le correnti cristiane considerate dissidenti furono perseguitate e gli ebrei non fecero eccezione. L’imperatore Giustiniano (VI secolo) vietò agli ebrei l’esercizio del loro culto; i suoi successori presero ulteriori provvedimenti restrittivi e si adoperarono per spingere gli ebrei alla conversione.
La centralità del cristianesimo nel resto d’Europa in epoca medievale contribuì a relegare gli ebrei in una condizione di isolamento; sempre più spesso erano visti come l’incarnazione delle paure collettive. Su di loro pendevano le terribili e infondate accuse di deicidio, degli omicidi rituali di bambini e della profanazione dell’ostia sacra. In pratica, gli ebrei erano accusati di usare il sangue dei cristiani per riti religiosi ed in particolare quello dei bambini per la fabbricazione del pane azzimo per la Pasqua. Un’accusa che alimentava l’ebreofobia nella popolazione.
[9] Marina Caffiero, Storia degli ebrei nell’Italia moderna. Dal Rinascimento alla Restaurazione, Carocci, Roma, 2014, p.23-4.
[10] Maristella Botticini, Zvi Eckstein, I pochi eletti. Il ruolo dell’istruzione nella storia degli ebrei, 70-1492, Università Bocconi Editore, Milano, 2012, p. 55.