Enzo Sereni

Share:

Enzo Sereni è stato un attivista, partigiano, scrittore e sionista italiano; cofondatore del kibbutz Givat Brenner, era sostenitore della coesistenza tra ebrei e arabi. Nacque a Roma il 17 aprile 1905; morì nel campo di concentramento di Dachau il 18 novembre 1944.

Chi dimenticherà Enzo Sereni, romano, (1905-1944), capitano dei reparti palestinesi, disceso in missione col paracadute, imprigionato dai tedeschi e poi soppresso a Dachau? Magnifica tempra di idealista e di pioniere, come aveva avuto modo di dimostrare prima in Italia e poi in Palestina e altrove[38].

Enzo Sereni […] trasferitosi giovanissimo da Roma in Palestina, era tornato in Italia quale ufficiale dell’esercito alleato; nel luglio 1944 si fece paracadutare in alta Italia dietro le linee tedesche per svolgere una delicata missione di contatto con l’alto comando partigiano e per penetrare poi nei territori d’oltralpe occupati dai tedeschi, allo scopo di tentare il salvataggio in extremis di quanti ebrei fosse possibile dai campi di sterminio; catturato subito dopo aver preso terra, fu condotto all’estremo martirio, nei forni crematori di Dachau. Non per gerarchia militare, ma per prestigio personale, nei pochi mesi della sua permanenza nell’Italia meridionale il Sereni era stato l’anima di quella brigata di soldati ebrei palestinesi che, inserita nell’esercito inglese, ava già combattute varie battaglie ed ora si apprestava a marciare verso centro e settentrione d’Italia[39].

Sorgente di vita, St 2014/15, servizio La bandiera con la stella – 19/04/2015.
Estate 1943, le truppe angloamericane sbarcano in Sicilia: inquadrata nell’VIII armata britannica, un’unità combattente sotto la bandiera bianco azzurra con la Stella di David. E’ la Brigata Ebraica, composta da soldati ebrei provenienti dalla Palestina, allora sotto mandato inglese.

Sereni, paracadutato in Toscana il 15 maggio 1944, venne catturato dai tedeschi, tradotto nel carcere di Verona e poi nel campo di Bolzano-Gries, e da qui a Dachau, ove venne trucidato il 18 novembre 1944. Durante la sua breve permanenza nell’Italia meridionale, Sereni si occupò attivamente dell’organizzazione della prima alyah dall’Europa liberata; in primo luogo di quella degli ex internati nel campo di Ferramonti, ove si recò due volte, il 23 aprile e il 5 maggio 1944, per partecipare alla distribuzione dei certificati di immigrazione in Palestina[40].

[Enzo Sereni] elaborò una posizione assolutamente nuova secondo cui «l’unica soluzione al problema ebraico, come a quello della gioventù ebraica occidentale, era che la gioventù borghese intellettuale e commerciale della diaspora accettasse lei di formare e di riempire i quadri delle classi lavoratrici di cui la Palestina aveva bisogno, rompendo così del tutto con il proprio passato e con una vita diasporica che non poteva essere foriera di nessun rinnovamento, spirituale, politico o materiale[41]». La soluzione era partire di persona per la Palestina. Enzo Sereni avrebbe lasciato l’Italia con la moglie Afa nel 1927 per andare a vivere in una comunità agricola cooperativistica, un kibbutz. Fu il primo ebreo italiano a trasferirsi in Terra d’Israele per un ideale sionista socialista[42].

[38] Guido Bedarida, Ebrei d’Italia, Società Editrice Tirrena, Livorno, 1950, p. 231.
[39] Attilio Milano, Storia degli ebrei in Italia, Einaudi, Torino, 1963, p. 408.
[40] Corrado Vivanti (a cura di), Storia d’Italia. Annali. Gli ebrei in Italia, Einaudi, Torino, 1997 p. 1352.
[41] Enzo Sereni, La Palestina e noi, discorso tenuto al congresso giovanile ebraico di Livorno nel 1924, cit. in Corrado Vivanti (a cura di), Storia d’Italia. Annali. Gli ebrei in Italia, Einaudi, Torino, 1997 p. 1328.
[42] Corrado Vivanti (a cura di), Storia d’Italia. Annali. Gli ebrei in Italia, Einaudi, Torino, 1997 p. 1328.

Paragrafo precedente

Paragrafo successivo

 

Share: